La Stella di Giada – Dietro le quinte- Donne soldato & donne pirata: implausibili invenzioni letterarie? di Michela Piazza

Cari amici,

questa sera sono lieta di ospitare sul mio blog un articolo di Michela Piazza, storica e autrice del romanzo “Mary Read di guerra e mare”. 

La donna che si traveste da uomo è un tema caro alla letteratura e al cinema.
Copertina Mary Read di guerra e mare
Da Shakespeare in poi molte eroine hanno indossato abiti maschili, fino a giungere alle Lady Oscar, Fantaghirò e Mulan della nostra infanzia.

L’idea di una donna in grado di spacciarsi per uomo anche in situazioni estreme come la guerra è affascinante… Ma è credibile?

In qualità di storica, questo è stato il primo interrogativo con cui mi sono confrontata quando ho deciso di scrivere la coppia di romanzi dedicati a Mary Read (“Mary Read di guerra e mare”, edito da Butterfly edizioni nel 2012, e il suo seguito, di prossima pubblicazione sempre per Butterfly).
Non volevo sorvolare sulla questione, nè edulcorarla.
Mary Read è un personaggio realmente esistito e ha trascorso gran parte della sua vita facendosi passare per maschio, ha combattuto come soldato e ha trascorso molti anni a bordo di navi, prima come marinaio e poi come pirata. La sua vita è documentata da fonti e da testimonianze coeve, quindi non ci sarebbe ragione di dubitare sulla veridicità delle sue imprese… Se non che lo stesso capitano Johnson, il suo primo biografo, quando scrive di lei si sente costretto a precisare che quanto racconta “per quanto errabondo e bizzarro” è  la verità.

Infatti l’idea che una femmina riesca a farsi passare per ragazzo in un ambiente così ristretto come quello della camerata di un reggimento o della tolda di una nave è difficile da digerire.

Eppure i casi documentati di donne che sono riuscite per lungo tempo a farsi passare per maschi sono più numerosi di quanto si creda.
Mother Ross
Ad esempio, nella stessa guerra in cui combatté Mary Read era presente sul campo anche un’altra donna, Mother Ross, arruolatasi per cercare il marito soldato. Mother Ross servì nell’esercito inglese quattro anni come fante e cinque come Dragone finché, ferita alla testa, venne scoperta. Solo allora tornò a casa, dove fu ricevuta dalla regina Anne che le diede un vitalizio per i servigi resi in qualità di soldato. In seguito, Daniel Defoe scrisse un breve libro ispirato alla sua vita.

sarah wakeman
 vestita da soldato
In tempi più recenti, si conoscono almeno tre casi documentati di donne che si sono arruolate nella guerra civile americana, spinte dal desiderio di difendere la patria:  Loreta Janeta Velazquez, Sarah Rosetta Wakeman e Emily Moore.
E nelle fosse comuni di diverse epoche sono stati rinvenuti scheletri in divisa, ma dotati di anche femminili.
Insomma, di certo una donna soldato non era un fatto comune… Ma neppure impossibile.

Hannah Snell
Che dire delle navi?
“Si stanno scoprendo sempre nuovi casi di giovani donne che, in abiti maschili, hanno lavorato a fianco dei marinai per mesi e talvolta per anni, spesso senza che nessuno sospettasse di nulla” afferma David Cordingly, eminente studioso della storia della Marina, nella prefazione del suo saggio “Donne corsare”.
Se Mary Read è, insieme ad Anne Bonny, la più famosa donna pirata di tutti i tempi, la più nota donna marinaio è Hannah Snell: attorno al 1740 trascorse quattro anni e mezzo nelle Indie, in servizio come marinaio e soldato presso la Marina Britannica.

Persino oggi, nell’era delle carte d’identità e di internet, una donna è
riuscita a farsi passare per il fratello per ben 12 anni: nessuno dei suoi colleghi metalmeccanici si era mai reso conto di aver a che fare con una signora…

Perciò, che dire… Quando ritenete un racconto letterario poco plausibile, ricordate che la realtà spesso supera la fantasia!

Michela Piazza

Fonti citate:
Michela Piazza, “Mary Read di guerra e mare”, Butterfly edizioni
Daniel Defoe, “The life and adventures of Mother Ross”
David Cordingly, “Donne corsare”
Jo Stanley, “Bold in her breeches”
Linda Grant de Paw, “Seafaring Women”
Tamara J.Eastman, “The pirate trial of Anne Bonny and Mary Read”
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/donna-ruba-lidentit-fratello-12-anni-
857687.html

Un commento

  1. bhe io credo che le donne abbiano in se' stesse mille risorse e che quando vogliono qualcosa riescano con molta più caparbietà degli uomini nella loro impresa, noi donne abbiamo una marcia in più che non è la forza no noi siamo deboli ma molto molto testarde, caparbie e orgogliose e dove vogliamo arriviamo anche se ci troviamo dinnanzi un esercito di uomini solo la morte riesce a fermarci.

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